Così l’Islanda ha “Smantellato” droga e alcol tra gli adolescenti. Il Mondo si rifiuta di imitarla.
L’Islanda è riuscita in un’impresa impensabile 20 anni fa. Una generazione di adolescenti e giovani liberi dalla droga, alcol e svariate altre dipendenze. Dal 1998 al 2016 gli adolescenti abituati alle sbronze sono passati dal 48% al 5% nel 2016. Numeri riportati da uno studio pubblicato da Mosaic Science.
La domanda nasce spontanea: Com’è possibile tutto questo?
Una giusta macedonia di leggi, attività sportive e creative, un maggior coinvolgimento delle famiglie e perfino un coprifuoco.
Perché non imitare allora, in Italia, il programma “Youth in Iceland”?
L’Italia, secondo l’ultimo rapporto del Centro europeo per il monitoraggio della dipendenza dalle droghe, è il Paese dell’Ue, dove più ragazzi di età compresa tra i 15 e i 16 anni fumano. Il dato si aggira attorno al 37% contro il 21% della media europea, mentre il 21% degli adolescenti consuma alcol in modo eccessivo.
La rivoluzione anti-droga è iniziata prima del 1992 a New York da una tesi di dottorato di Harvey Milkman, professore di psicologia americano che oggi insegna all’università di Reykjavik. Milkman dichiarò che le persone consumano eroina o cocaina per gestire lo stress. Le droghe stordiscono lo stress mentre l’alcol è come un sedativo. Il dott. Milkman ha quindi argomentato il bisogno creare gli stessi effetti nella società ma senza l’uso delle sostanze tossiche.
Il governo islandese lanciò una rivoluzione culturale: Adolescenti che spendono più tempo con la famiglia, più sport, più attività ricreative e più cultura e arte. Attività per “fare gruppo” e ottenere quel senso di benessere psico-fisico che può dare una sostanza stupefacente. Le leggi furono modificate: niente pubblicità di bevande alcoliche e fumo, e divieto di acquisto di sigarette per i minori di 18 anni e di alcol per i minori di 20 anni. Coprifuoco (alle 22 in inverno e a mezzanotte in estate) per gli adolescenti di età compresa tra i 11 e i 16 anni.
La triste realtà è che in Italia molto probabilmente i poteri forti preferiscono non spingere una tale rivoluzione… troppi interessi finanziari sul “malessere” di una generazione.
A presto
Antonio Morra