La chiesa affronta un forte problema culturale. Molti giovani e adolescenti hanno difficoltà ad aprirsi e confessare la loro dipendenza o il loro problema con la pornografia. La chiesa ha spesso creato una finta atmosfera di santità dove si guarda all’apparenza più che alla sostanza.

Ho conosciuto tanti ragazzi che combattevano contro questo problema da soli, perché non avevano il coraggio di parlare con il loro responsabile o pastore. La chiesa deve intenzionalmente sforzarsi nel creare una cultura di grazia dove è possibile aprirsi, essere se stessi e quindi permettere alla Spirito Santo di trasformare le persone.

Dobbiamo offrire agli altri grazia che trasforma e libera dal peccato. Gesù ci ha insegnato ad approcciarci con le persone prima con l’amore (senza accusa) e poi successivamente con la verità della sua Parola – ricordate la Samaritana al pozzo? “Neppure io ti condanno, vai e non peccare più”.

Nessuno dovrebbe sentirsi condannato perché non c’è nessuna condanna per coloro che sono in Cristo. Permettiamo che gli altri vedano in noi fiducia, conforto e maturità. La nostra apertura e trasparenza all’ascolto potrà essere il primo passo verso la libertà.

Antonio Morra
dal libro PornoTossina