“Eroina Digitale” – Come gli Schermi trasformano i nostri figli in “TOSSICI DIGITALI”
È stata definita “eroina digitale”, ed è una “droga” tutta nuova, che proviene direttamente dagli schermi dei nostri smartphone, tablet, computer, console e chi più ne ha, più ne metta.
Questo nuovo termine è stato coniato da alcuni specialisti statunitensi, tra i quali il dottor Nicholas Kardaras, specialista delle dipendenze.
Il dottore ha raccontato di un caso emblematico, quello di un bambino di 6 anni, al quale è stato regalato un iPad, sotto consiglio delle maestre, per aiutarlo negli studi. Il piccolo ha iniziato a giocare a “Minecraft”, gioco di fama mondiale, che per alcuni versi ricorda i Lego.
Fatto sta che il bambino ha iniziato a diventare completamente dipendente dal gioco e dal suo dispositivo elettronico. Il Dott. Kardaras ha riscontrato che la retroilluminazione dei dispositivi moderni, crea nei soggetti più piccoli una dipendenza celebrale.
Ha iniziato ad abbandonare il baseball e la lettura, e a passare notti insonne davanti allo schermo del tablet. Una notte la mamma l’ha trovato in una sorta di trance, nella quale nemmeno le urla e gli spintoni della mamma servivano a farlo uscire.
“Ora sappiamo che questi iPad, smartphone e console sono una sorta di ‘droga digitale’.” Ha dichiarato il dottor Kardaras, al NyPost, “Recenti ricerche di imaging cerebrale hanno mostrato che influenzano la corteccia frontale del cervello – che controlla il funzionamento esecutivo , tra cui il controllo degli impulsi – esattamente nello stesso modo in cui accade con la cocaina. La tecnologia è così iper-eccitante che aumenta i livelli di dopamina – il neurotrasmettitore di benessere più coinvolto nella dipendenza dinamica – tanto quanto il sesso.”
Hai proprio capito bene, il cervello del tuo bambino, alle prese con iPad, iPhone, Tablet, Smartphone ecc. si presenta allo stesso di un drogato alle prese con una dose di eroina.
Considerando che secondo alcune statistiche del 2013, dell’Accademia Americana dei Pediatrici, i bambini dagli 8 ai 10 anni passerebbero fino a 8 ore al giorno su dispositivi del genere, e che i teenagers arriverebbero addirittura a 11 ore, ci possiamo rendere conto della gravità della cosa. Addirittura 1 bambino su 3 inizierebbe a utilizzare dispositivi informatici ben prima di iniziare a parlare.
E pensare che gli specialisti suggeriscono di non superare le 6 ore… A SETTIMANA! Soprattutto in un’età così delicata.
Lo stesso Steve Jobs (fondatore della Apple), Waldorf Schools (fondatore di Google) e Evan Williams (fondatore di Twitter), hanno delle regole molto rigidi per i loro figli riguardo al tempo speso usando le loro “creature digitali”.
Nel 2014, sulle pagine del New York Times, si leggeva un’intervista rilasciata dal fondatore e amministratore delegato della Apple nel 2010, in seguito al lancio del primo iPad Quando gli viene chiesto cosa pensano i figli del nuovo dispositivo, la risposta di Steve Jobs arriva lapidaria: “Non lo conoscono. Dobbiamo limitare l’uso della tecnologia dentro casa da parte dei nostri bambini”. Proprio lui, il guru della tecnologia, non ha circondato i figli dei suoi strumenti, come invece sono soliti fare i genitori di oggi. Forse perché gli addetti ai lavori sanno qualcosa che noi non sappiamo.
In una società così altamente tecnologizzata non è facile poter restare così tanto tempo offline. Ma ci sono dei piccoli accorgimenti che potremmo usare per ridurre al minimo le ore spese davanti ad un freddo schermo tecnologico.
Libri al posto di ebooks, Lego al posto di Minecraft, Sport al posto della TV, giochi all’aperto al posto di Xbox e PlayStation, abbracci reali al posto di lunghe chattare.
Gli specialisti raccomandano che i bambini dovrebbero restare lontani da tablet, smartphone e computers almeno fino a 12 anni.
Genitori, zii, nonni, se davvero volete bene ai vostri bimbi, aiutateli a restare lontano dalla realtà virtuale più a lungo possibile, e magari al posto di un tablet o di un cellulare, regalate tanti libri, tanti palloni e tante passeggiate mano nella mano in riva al mare. Ne guadagneranno loro… e molto probabilmente anche voi!
A presto
Antonio Morra