Il p0rn0 riduce il volume della Materia Grigia nel Tuo Cervello… NON STIAMO SCHERZANDO! [VIDEO]

Molti ci chiedono perché lottiamo contro la pornografia. La questione non è solo religiosa o morale ma anche scientifica.

La pornodipendenza incide anche a livello celebrale.
Uno studio elaborato dall’istituto tedesco Max Planck Institute for Human Development, intitolato “The Brain on Porn – Brain Structure and Functional Connectivity Associated With Pornography Consumption”, pubblicato nel 2014 sul Journal of the American Medical Association (JAMA Psychiatry. 2014;71(7):827-834. doi:10.1001/jamapsychiatry.2014.93) ha analizzato il problema della pornodipendenza attraverso una tecnica di analisi in “neuroimaging” che prevede la valutazione delle varie differenze focali anatomiche a livello del cervello, usando un approccio statistico, noto come mappatura statistica parametrica, che permette di analizzare in modo preciso la morfologia cerebrale.

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Ebbene, grazie proprio a questa tecnica, si è riscontrato nei forti consumatori di pornografia una significativa riduzione del volume della materia grigia, presente nel nucleo caudato destro del corpo striato. Non solo, dalle valutazioni contemporanee tramite Tomografia a Risonanza Magnetica, si è evidenziato che i pornodipendenti, quando “stimolati” con materiale pornografico, registrano una minore attivazione delle aree del cervello che sono invece generalmente coinvolte nell’autocontrollo. E’ emersa anche una partecipazione non regolare dei circuiti cerebrali, coinvolti nei vari meccanismi di ricompensa, presenti sempre nello striato, e che sono pure interessati nello sviluppo di tutti i fenomeni neurologici che scatenano la dipendenza.

La Società Italiana di Andrologia Medica e Medicina della Sessualità ha redatto uno studio da cui emerge che dal 2005 ad oggi il numero degli utilizzatori di siti porno è quasi raddoppiato: da cinque a otto milioni in Italia. Per essere precisi 7,8 milioni di italiani, pari al 28,9% dei 27 milioni di utenti Internet. Di questi il 10% è costituito da minorenni. «Dalla nostra ricerca – ha spiegato l’andrologo dott.

Carlo Foresta – emerge che la frequentazione dei siti pornografici comincia fra i 15 e i 16 anni e avviene quotidianamente anche per 3-4 anni e c’è pure la possibilità di una sessualità attiva online, attraverso le chat». Questo è un comportamento che interrompe la maturazione sessuale, creando una sorta di assuefazione. «La dipendenza da sesso non è un fenomeno nuovo – spiega lo psicologo e terapeuta dott. Stefano Bovero – si tratta di un comportamento caratterizzato da un desiderio sessuale anomalo che coinvolge l’attività del pensiero a tal punto da interferire seriamente con le normali attività quotidiane, e persino da non consentire più di perseguire altri scopi nella vita. Oggi questo disturbo è stato inserito tra le nuove dipendenze in quanto ha considerevolmente aumentato la sua, ancorché sottovalutata e drammatica, incidenza sociale».

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